Tour de France vuol dire ciclismo e ciclismo vuol dire Tour de France; e quando si parla di Tour viene in mente sempre e per primo un monte mitico, un arrivo che ha consacrato solo campionissimi, teatro di imprese estreme e di grandi tragedie, un fantastico capriccio di natura che le gesta degli uomini hanno reso leggenda: il monte calvo, lo specchio delle aquile, il deserto di pietra... "IL MONT VENTOUX" Noi c'eravamo... La spedizione quagliesca prevedeva 2 scalate del Monte Calvo: la prima dal classico versante di Bedoin per andare ad assistere al passaggio/arrivo del Tour, la seconda dal versante di Sault con passaggio dalle Gorges (gole) di Nesque, per godere della sfida "vis a vis" con la mitica vetta. Prima, dopo e nel mezzo relax nel parco con piscina della villa affittata per l'occasione, salsicce, vino, patate fritte e birra...la vita da atleta indispensabile per affrontare imprese come queste... Si raggiunge Bedoin dalla base operativa di Monteux; poi si sale, in mezzo ad una folla incredibile, eterogenea e festante; tanta, tanta gente da ogni parte del mondo, con una grande passione che non può che generare una grande festa. Anche in Francia i tifosi del presidente abbondano... L'ascensione da Bedoin misura 21 km A 6 km dalla vetta la folla è tale che ci si deve fermare: "il deserto di pietra" lo affronteremo domani; oggi spazio al Tour ed ai gemellaggi! Alla fine, eccoli, applauditi fino all'ultimo, i protagonisti del Tour; questo è il famoso "gruppetto" ,che raccoglie i velocisti e coloro che non "fanno" la tappa. Si torna a la "maison" a Monteux, dove ci si ritempra per il giorno dopo, quando quaglie e Seba affronteranno da soli e fino in cima lo "Specchio delle aquile". Ed arriva, il secondo giorno, quello in cui saremo noi ad affrontare, soli, il mostro sacro, fino alla cima, fino al deserto di pietra degli ultimi 6 km; passeremo dalle Gorges de Nesque, spettacolari gole scavate dall'acqua, per arrivare a Sault, da dove cominciano i 26 km di salita ai 1910 metri del Ventoux (preciso che noi partiamo da Monteux - 40 metri!). Anche qui i fans di Marmot non mancano, soprattutto fra le nuove leve... Ma è quassù, quando cominciano gli ultimi 6 km di ascesa, che cominci a capire perchè questa cima è una leggenda...perchè non c'è solo la salita...c'è l'afa soffocante...c'è il caldissimo vento, il Mistral...la luce abbacinante di milioni di pietre bianche...e la strada nuda, impietosa, che puoi vedere tutta, fino a quel "faro" lassù in cima, visibile anch'esso da sessanta km ed oltre, senza senso e senza tempo...senza parole. Seba e tutte le quaglie, chi prima e chi dopo, arrivano in cima; non importa se è allenata, non importa quant'è dura la salita, una quaglia non si arrende mai; spinge sui pedali, usa le ali, sale a piedi...ma non si ferma; anche il Ventoux l'ha capito...ed è contento. Non ci si stanca mai di ammirare una leggenda...ma è difficile spiegarla. Una leggenda si vive, non si racconta. Cosa c'è di più bello che vivere un'emozione con gli amici? Nel frattempo, a Longiano, altre quaglie volano nel vento... Lungo volo alle Quaglie Reali!
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